Manifestanti vogliono andare verso Montecitorio
Centro storico di Roma ‘blindato’ per la manifestazione non autorizzata lanciata dal movimento IoApro. Momenti di tensione e cariche delle forze del’ordine.
Un gruppo di manifestanti che avevano bloccato il traffico sul Muro Torto è stato caricato dalle forze dell’ordine a piazzale Flaminio. Altri manifestanti si stanno ora muovendo su via del Corso in direzione piazza del Popolo per ricongiungersi al primo gruppo.
Tensione a piazza San Silvestro con un lancio di petardi ed oggetti da parte dei manifestanti contro le forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa. Una persona è rimasta ferita. I manifestanti chiedono di andare verso Montecitorio.
“Lamorgese a casa”. È questo il grido dei manifestanti a piazza San Silvestro dopo le tensioni che si sono registrate con la polizia e durante le quali sono stati lanciati petardi, fumogeni e bottiglie di vetro. Mostrando le manette, simbolo degli “arresti domiciliari ai quali siamo costretti da un anno”, i manifestanti rivolti al ministro dell’Interno hanno detto: ‘Noi non siamo criminali ma pacifici. Siamo qui solo per dire che vogliamo lavorare, è un nostro diritto”. Un manifestante è rimasto ferito nel lancio di oggetti contro le forze dell’ordine. Il manifestante, colpito da una bottiglia, ha riportato una lieve ferita alla testa.
Al grido “riaperture subito” alcuni militanti di Casapound hanno raggiunto piazza San Silvestro per la manifestazione non autorizzata di “IoApro”. “La paura di morire non ci sta facendo vivere” recita uno striscione esposto. “Siamo qui a sostegno delle categorie colpite perché lavorare è un diritto” dice un militante.
Diverse pattuglie anche della Polizia Locale sono impegnate nei servizi di viabilità e nelle chiusure nell’area attorno a piazza di Montecitorio. I primi gruppi di manifestanti si stanno radunando a piazza San Silvestro e intonano cori “Libertà, libertà”. “Non siamo partite Iva, siamo persone, siamo famiglie – dice un manifestante arrivato da Napoli – non siamo delinquenti, siamo persone che lavoravano 14 ore al giorno”. Mentre un altro aggiunge: “Ci negano anche il diritto di manifestare. E’ stata un’impresa arrivare qui”. (Ansa)