I naturalisti non concordano sull’entità della passata ricchezza boschiva dell’isola, i boschi, oggi coprono appena il 7% del territorio. Le notevoli differenze geologiche e climatiche in Sicilia , permettono lo sviluppo di una flora delle più varie. Lungo le zone costiere, e fino ad un’altezza di circa 300 metri, si trovano soprattutto coltivazioni di agrumi, olivi e vigneti. Sulle pendici dei monti, e fino a 600 metri d’altezza, possiamo ammirare la rigogliosa macchia mediterranea : ginestra, lavanda, rosmarino, oleastro, palma nana, lentisco, oleandri, carrubi e tamerici dominano il panorama. Lecci, sugheri, querce, roverelle, castagni, faggi, costituiscono il patrimonio boschivo delle principali catene montuose, Nebrodi, Madonie e Peloritani. Altre piante presenti sul territori sono: agavi, palme, ficus beniamino, cedri, gelsi, eucalipti e tantissimi fiori. Molte delle specie della flora siciliana di maggiore interesse sono erbacee, perenni o annuali; esse richiedono, di conseguenza, cure e assistenza continua. Un solo anno di incuria può portare alla scomparsa di molte piante che facilmente vengono sopraffatte dalle più vigorose specie nitrofile e ruderali. La fauna naturale è piuttosto povera, anche per l’inveterata abitudine alla caccia. Si annoverano il gatto selvatico, l’istrice, la volpe, la martora e, tra gli uccelli, alcuni esemplari di falco e di aquila. In Sicilia, inoltre, fanno tappa alcuni uccelli migratori quali il gabbiano roseo, la rondine , la spatola. Numerosi gli insetti e gli invertebrati: tra i serpenti merita una menzione il bellissimo colubro leopardino. Assai notevole, invece, anche nei riguardi economici, l’ittiofauna, essendo i mari e le coste assai ricche in tutte le stagioni di pesci d’ogni genere e specialmente di pesce spada, tonni coralli, spugne, etc.
Laghi di Sicilia |
E’ bene conoscere quali sono le piante che possono costituire un pericolo per noi e per i nostri bambini. Eccone alcune con indicate le parti della pianta velenose. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il clima
Se da un lato la Sicilia ha un clima pienamente mediterraneo, soggetto agli influssi marittimi, dall’altro la sua natura montuosa e collinare contribuisce ad attenuare anche a breve distanza dalla costa gli influssi del mare. In estese parti dell’isola i caratteri di semicontinentalità – con estati molto calde e inverni anche rigidi – prevalgono su quelli subtropicali propriamente mediterranei, temperati dalla marittimità. Abbastanza uniformi in tutta l’isola sono peraltro le temperature estive, con medie pressoché ovunque superiori a 24 °C (e massime che possono oltrepassare 40 °C) che naturalmente si abbassano in misura considerevole sui rilievi; gli inverni sono miti solo nelle fasce costiere, con medie sui 10 °C, ma sono anche freddi nell’interno, con temperature che abbastanza frequentemente scendono al di sotto dello zero
Le Precipitazioni
Per quanto riguarda le precipitazioni, la Sicilia conosce in pratica solo due stagioni: quella piovosa, con punte massime tra novembre e febbraio, e quella asciutta, con piogge quasi nulle tra giugno e agosto. Inoltre le piogge sono più scarse là dove più sarebbero utili per l’agricoltura, cioè nelle pianure costiere (sui 500 mm annui); la piovosità si accresce infatti verso l’interno, dove si aggira sui 700 mm, con punte anche superiori ai 1.000 mm sui rilievi più elevati. L’isola conserva varie zone di grande interesse naturalistico, solo in parte però tutelate. Si ricordano la foresta della Ficuzza nella Rocca Busambra, la riserva attorno al Pizzo Carbonara nelle Madonie, l’oasi dei cosiddetti Pantani di Vendicari nella punta sudorientale, la riserva marittima dell’isola di Ustica e, soprattutto, il Parco regionale dell’Etna, con la sua magnifica varietà di ambienti vegetali a seconda del succedersi dei piani altitudinali (al piano inferiore la macchia mediterranea con lecci, mista alle colture di olivi e vite; poi querce e castagni tra i 1.000 e i 1.500 metri; successivamente pini, faggi, betulle; infine l’arbusteto tra le scure rocce laviche) e naturalmente gli aspetti vulcanici, non meno straordinari, dei crateri fumanti.