Musica: un Don Pasquale molto moderno al Massimo di Palermo

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Il 17 febbraio la prima dello spettacolo del regista Michieletto

Una “prima” nazionale va in scena al Teatro Massimo di Palermo il 17 febbraio, uno dei capolavori di Gaetano Donizetti, “Don Pasquale” per la regia di Damiano Michieletto, regista acclamato, conteso tra i teatri europei che a volte divide il pubblico per la grande modernità della sua scrittura scenica.

I melomani arricciano il naso, ma lui accumula i premi più prestigiosi.

Lo spettacolo è coprodotto dall’Opéra di Parigi, il Covent Garden di Londra e il Massimo di Palermo. Michieletto ha una cifra stilistica che torna nei suoi spettacoli, le auto in scena, le luci led che disegnano lo spazio, come mai? “Sono elementi scenografici molto concreti – spiega il regista- senza dover ricorrere a scenografie finte.
Quando in scena mettiamo elementi tratti dalla vita d’ogni giorno forse c’è più una dimensione cinematografica e architettonica. Ma il fine è sempre lo stesso: lo stupore dello spettatore, lavoriamo per questo”.
Sul podio a dirigere orchestra e coro c’è Michele Spotti, che a soli 29 anni è uno dei direttori più apprezzati in tutta Europa. “Il capolavoro di Donizetti – dice – ha una ricchezza che rispecchia il carattere italiano, l’umorismo non è mai banale e spesso nasconde un velo di tristezza. Pasquale è un uomo anziano che soffre la solitudine e cerca moglie, e ovviamente trova guai. Verrà gabbato, tradito dal nipote e dalla finta moglie che gli viene proposta. Ma io non trovo nella partitura una gioia di fondo e invece metto l’accento sui momenti del romanticismo musicale. In Don Pasquale vedo già il Falstaff di Verdi. A tratti anzi abbiamo un’atmosfera cupa, resterà in una totale solitudine ma lui non era stato mai generoso ed è ripagato con la stessa moneta” E a proposito del finale sorprendente, modernissimo purtroppo, Don Pasquale finisce in una casa di riposo perché Norina ed Ernesto attraverso lo stratagemma delle finte nozze ereditano la casa e il vecchio non lo vogliono tra i piedi.
Cercare la giovinezza in tarda età è cosa assai pericolosa, sembrano dire Donizetti e il suo librettista Ruffini”. Si tratta comunque di personaggi senza età e dunque modernissimi.
Nel cast abbiamo il basso Michele Pertusi, nel ruolo del titolo, René Barbera per Ernesto, il soprano Giuliana Gianfaldoni sarà la furba Norina e il baritono Markus Werba canta il ruolo del dottor Malatesta, deus ex machina del grande inganno. Scene, costumi e light design sono nell’ordine: Paolo Fantin, Agostino Cavalca e Alessandro Carletti. Ma tutti concordano con la linea registica: Don Pasquale è come un bambino, consigliato male da chi lo circonda e questo lo espone al ridicolo. In scena fino al 23 febbraio.

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Author: Redazione

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