Come riconoscere un pedofilo. Ecco gli indizi comportamentali per riconoscerli o stare in guardia

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Il pedofilo pensa di essere un “amico dei fanciulli” ma è rimasto fissato a quell’età in cui è stato abusato ed è morto dentro per cui sente il bisogno di dominare e violare i bambini per sentirsi vivo

Oggi proverò a rispondere alle domande che tutti ci poniamo: c’è un modo per individuare il pedofilo? A che età comincia a manifestare i sintomi? Come possiamo proteggere i nostri figli che usano il web per fare conoscenze?

Può essere donna, uomo o adolescente. Ho avuto una paziente che si eccitava guardando i propri bambini e i figli altrui a scuola mentre giocavano o si facevano il bagno; un paziente (cinquantenne) diceva che una bambina di 6 anni del condominio era attratta sessualmente da lui. Non possiamo, purtroppo, marchiare chi assistiamo. L’età di esordio riscontrata dagli studi comportamentali è più o meno dai 13 anni in poi e si manifesta in attrazione sessuale che richiede il contatto oppure si ferma all’atto del voyerismo, di persona o navigando su internet. Può apparire gentile, amabile, tenero, soprattutto quando è solo col minore ma, dietro questa maschera, c’è un predatore che cova il momento più appropriato per agire. La capacità di controllarsi a tal punto da mostrare solo una parte della personalità o quello che serve per ottenere uno scopo è tipica delle personalità psicopatiche, capaci di vivere doppie vite per l’intera esistenza. Abbiamo, dunque, a che fare con uno psicopatico? Lo psicopatico è caratterizzato da un comportamento antisociale, da deficit emotivi e interpersonali, da una scarsa moralità, da un passato in cui è stato, in media, emotivamente deprivato e materialmente viziato, è senza scrupoli, privo di senso di colpa, ha un senso grandioso del sé, tende a ingannare o a vivere due personalità e sente il bisogno di uccidere, fisicamente o psicologicamente (umiliando e ferendo), perché solo così alza la sua autostima, le dopamine naturali e non si annoia. Per lui l’altro non esiste: non riesce a sentirne e a pensarne l’esperienza emotiva in modo sano e autentico. È anche, spesso, teatrale e può presentare gli estremi di una stessa moneta: si controlla del tutto o ha deficit del controllo comportamentale per cui risulta collerico e irritabile, con condotte aggressive violente, quindi, impulsivo anche quando non gli conviene. Si tratta dei tipi meno razionali e intellettuali perché esistono psicopatici riflessivi, organizzati, calcolatori, pragmatici e capaci di pianificazione e premeditazione. Io penserei al pedofilo come a “un sottotipo dello psicopatico” o alla faccia opposta di una stessa medaglia, bloccato all’età infantile perché ha perso l’innocenza anzi tempo, non ha provato collera ma ha subito una determinata violenza, senza potersi difendere. Lo psicopatico è, al contrario, vendicativo, pieno di rabbia inconscia e conscia. Il pedofilo è uno sfigato che sa di esserlo, una macchina rotta che pensa di non essere aggiustabile. Si tratta di congegni fuori uso che con gli individui grandiosi hanno in comune la capacità di manipolare, di vivere doppie vite, di non avere remore, di non considerare nel modo opportuno empaticamente l’altro e, soprattutto, il bambino, di non essere capaci di controllare un impulso (anche se esistono soggetti che, pur soffrendo, si controllano dal vivere quelle che rimangono fantasie tormentanti).

Tali individui sfogano la loro ira sui bambini perché sono dei vigliacchi, paurosi, miserabili. Che posto occupano in genere, professionalmente parlando? Possono occupare posti da leader o da dipendenti, più marginali nella gerarchia sociale ma tendenzialmente scelgono di lavorare con i bambini e non con gli adulti (insegnanti, babysitter). Se scelgono di diventare preti lo fanno perché si sentono “conformi alla misura sociale” con la tunica, per sublimare le loro perversioni latenti, perché soddisfano il desiderio di essere persuasivi e perché è l’unico modo per sentire di essere utili al mondo.

Hanno in comune il tratto paranoideo che gli consente di scindere in compartimenti la loro vita, che li porta a essere permalosi, suscettibili, isolati o con pochi amici, non autentici, fino a essere paternalistici e arroganti, per quanto siano degli esseri svuotati, deprivati e, perciò, delle nullità vaganti come mine; possiedono il tratto narcisista ipervigile, ontologicamente insicuro e fragile che gli consente di essere degli impostori; quello istrionico che, oltre a favorire la loro tendenza all’inganno, li rende sovrani nel regno della seduzione, della lusinga, della ricerca di attenzione e perfino di amore da parte dei bambini. Cercano di catturarne l’interesse con comportamenti teatrali, inventando storie o avvalendosi di animali (gatti, cani, etc.)  o regali che possano confermare il personaggio che vogliono apparire. Maestri della contraddizione e della falsità, quando occupano posti che richiedono una certa estroversione appaiono anche timidi, riservati, introversi. Sono impostori consapevoli, in grado di provare persino senso di colpa e di farsi degli scrupoli, mettersi un freno anche se non possono fare a meno di guardare i bambini in maniera distorta, deviata e perversa. Per proteggere l’Io dalla consapevolezza di essere dei mostri si avvalgono di meccanismi difensivi quali idealizzazione, scissione, proiezione, distorsione cognitiva, identificazione, evitamento attacco/fuga.

Questo disturbo di personalità è caratterizzato da una regressione dell’Io, da una disfunzione della libido (erettile) e da una perversione sessuale. Il pedofilo si sente a suo agio più con i bambini che con gli adulti ed esplica quello che ritiene il vero sé solo con essi. Se esploriamo la sua capacità di giudizio morale, cercando di capire se distingue “ciò che è giusto” da “ciò che è moralmente sbagliato”, egli si sente un “amico” dei fanciulli, pensa di provare empatia nei loro confronti, di amarli, non ritiene le proprie intenzioni e i propri agiti socialmente accettabili e confessabili ma che sia in diritto di vivere l’infante (deflorato) che è in lui (o non può farne a meno). Ecco un altro elemento in comune con i paranoici: hanno un passato di violenze e abusi (anche sessuali). Il bisogno del paranoide è quello di controllare, dominare e umiliare perché lo è stato a sua volta da bambino, acquisendo questo copione comportamentale distonico. Ebbene, i pedofili hanno una personalità immatura, problemi di relazione, sensi di inadeguatezza e inferiorità, bassa autostima che non consentono loro un rapporto con un adulto coetaneo e “alla pari”: si focalizzano sui bambini perché possono controllarli e dominarli, non possono ribellarsi e vendicarsi. Nei bambini essi rivedono se stessi, idealizzano l’età, la bellezza infantile e rievocano lo stesso trattamento subito quando hanno provato eccitazione, paura e anche il turbamento di essere depositari di un segreto incomunicabile. I pedofili sono insomma rimasti “fissati” a quelle emozioni intense senza riuscire a evolvere verso forme sane di erotismo, negando e misconoscendo l’esistenza del ruolo e delle funzioni di protezione che un adulto dovrebbe, invece, avere nei confronti di un pargolo. Come tutti i paranoici hanno anche la tendenza al ritiro sociale e a manifestazioni comportamentali “strane” come il presentarsi agli eventi senza essere stati invitati e guardano, osservano, stanno lì a covare tutto il tempo, nel buio della loro mente, all’ombra di tutti noi. Magari non si tratta di pedofili ma, quando rilevate qualcosa di simile, non abbiate pietà e allontanateli perché esistono figure specializzate per approcciarsi alle persone tossiche e problematiche. Come minimo sono frustrati e la frustrazione è delusione, insoddisfazione, rabbia e può sfociare in qualcosa di grave di cui è meglio non scoprire l’involuzione.

Alcuni autori (Ward et al., 1995) hanno individuato i seguenti profili di pedofilo: gli ansiosi-resistenti che sono insicuri e dipendenti dai bambini; gli evitanti-timorosi o evitanti-svalutativi che hanno paura del rifiuto ma quando agganciano una preda sono senza scrupoli e violenti e, poi, ci sono i pedofili “social” che si nascondono nel dark web, anche con profili falsi. Per proteggere i bambini li dobbiamo rendere consapevoli e più prudenti nell’uso di questi mezzi di comunicazione e conoscenza e non postare foto di minori sul web se non offuscandone l’immagine. Personalmente opero con minori solo con i genitori presenti in un’altra stanza e/o con l’autorizzazione all’audio/videoregistrazione, come dovrebbero fare coloro che affidano i propri pargoli a insegnanti e caregivers. Per il resto, parlatene con uno psicologo per farvi consigliare e segnalate coloro che non vi convincono alle autorità competenti.

 

Laura Valenti
Author: Laura Valenti

Laura Valenti è Psicologa clinica, Scrittrice, Aforista, Artista e Ghost writer e/o correttrice bozze. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui “Diritti negati” e “La Repubblica”. Cura la rubrica “Liberi Nobili” nel quotidiano online “IlSicilia.it”. Con l’Armando Editore (2007) ha pubblicato il volumetto Per un mondo a misura di adulto e bambino, cui è seguito Come me ( 2008). Entrambi sono patrocinati dall’UNICEF. Nello stesso anno è uscito il romanzo psicologico Ziza (ed. in proprio). Questi ultimi volumi sono i primi di una collana dal titolo Questo non si dice e quello non si fa. Dal 1997 si occupa di Ghost Writing trascrivendo convegni e redigendo per altri articoli, relazioni, discorsi, biografie, libri di medicina, architettura, etc.. È esperta di tecniche di rilassamento mentale (WILDE SYSTEM) e potenziamento cognitivo-affettivo-relazionale con l’ausilio di test psicometrici. Ogni tanto si diletta a creare abiti, scarpe e oggetti/mobili di arredo per la casa e l'ufficio.

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