Philofobia: Ero felice ma avevo sempre un’angoscia che non so spiegare…

1.973 Views

Ho conosciuto svariate forme di angoscia nel corso della mia esperienza clinica con temi prevalenti diversi gli uni dagli altri: paranoie legate al timore di essere omosessuali, angosce di natura fobico-ossessiva, come la paura dei cani, etc.

Pitullo: “Ero felice quando eravamo insieme ma allo stesso tempo avevo sempre un’angoscia che non so spiegare… Volevo provare a sbloccarmi con il suo amore e la sua dolcezza ma non ci riesco, sto male, non ero veramente felice…. e più la vedevo presa da me e dalla storia, proiettata in una relazione stabile e più mi assaliva un magone. Lei mi faceva fare tutto quello che volevo pur di farmi stare tranquillo, era così piena di amore ma io non ci stavo bene, non stavo bene perché si creavano delle aspettative e tutto questo mi metteva pressione. Così l’ho lasciata, anche se una parte di me non avrebbe voluto. Ora sono più sereno. È come se lo percepissi come un lavoro stare con qualcuno e non me la sento per il momento“.

Tutte le angosce hanno una ragione apparente e una nascosta, criptata nell’inconscio. Il giovane che soffriva di angosce e paranoie tormentanti circa la propria identità sessuale in verità era perché non aveva ben elaborato un abuso subito nella tenera età e perché non viveva assecondando la propria struttura di personalità ma piuttosto i “devo” introiettati. La signora che aveva sviluppato sia l’agorafobia sia la fobia per i cani da cui si aspettava un agguato pure nell’atrio del palazzo era tormentata inconsapevolmente dalle mancanze del marito che non la sopportava e la trattava male, facendo venir meno quella sensazione di protezione necessaria per uscire tranquilla. Divorziando Marisa ha riconquistato la sua autonomia, l’autostima e non ha più quelle paure irrazionali che non la facevano vivere bene.

Cosa può avere portato un giovane come Pitullo a sviluppare l’angoscia della relazione di coppia? Intrattiene, infatti, relazioni sociali appaganti e stabili ma non riesce a vivere nello stesso modo e con la stessa gioia e serenità una relazione di coppia. Mi concentrerò su questo caso oggi perché desterà certamente l’interesse di diverse persone: ti amo ma non posso stare con te, mi piaci ma non me la sento di vivere una relazione in questo momento storico e così razionalizzo prima che i sentimenti crescano, impedendo alla mia parte emotiva di affiorare e prendere il sopravvento.

Ci leggo diverse cose, dal punto di vista clinico: vedo un narcisista e/o paranoide che teme la sfera sentimentale. Per questi individui i sentimenti possono essere di ostacolo al raggiungimento dei propri obiettivi o per stare tranquilli e mantenere il controllo della situazione e di sé. Ci vedo anche un ossessivo, leggendo le parole di P., che teme di non fare mai abbastanza e non riesce a tollerare le pressioni, le richieste dell’altro. Il narcisista è anche un soggetto che non vede l’altro, per lui l’altro non esiste, esistono solo i propri bisogni e necessità. D’altra parte, questa tendenza fa parte anche di uno specifico livello di funzionamento dell’Io: quello psicotico. Tutte le patologie e personalità si muovono lungo un continuum che va da un versante nevrotico a uno borderline (al centro, al limite) per finire in quello psicotico. Sotto stress gli individui possono dare il peggio di se stessi proprio per questa oscillazione, ovviamente se non si è raggiunto un certo equilibrio, una determinata serenità interiore e se non si è assertivi e resilienti.

Questo ragazzo mi ha raccontato di avere avuto una relazione di 4 anni caratterizzata da continui litigi e dal fatto che, secondo quanto lui sostiene, lei lo soffocava, decideva tutto, non lo lasciava respirare. Prendo con le pinze il suo racconto perché anche con la ragazza attuale che lui ha scelto di lasciare ha avuto continui litigi e lamentava di sentirsi oppresso anche se lei lo lasciava libero, a discapito della pace di entrambi, perché ovviamente, poi, le angosce sparivano ma subentravano i sensi di colpa per farla soffrire. Molti paranoici sono petulanti e irascibili, sempre sulla difensiva, risultando essere un bastian contrario in molte situazioni ma non credo sia proprio questo il caso in questione che necessita di tempo, analisi e studio per divilupparne le matasse. Io credo, invece, che in lui ci sia un conflitto fra l’essere libertino e fidanzarsi. Da un lato ama la sua libertà “Se mi scatta di prendere e partire io voglio farlo”, dall’altro ama ricevere e dare amore. Le sue angosce sono legate al fatto di prendere degli impegni, avere delle responsabilità, dovere pensare all’altro oltre che a se stesso e sono riferite al terrore delle discussioni, di fare inalberare l’altro, di non fare abbastanza perché l’altro lo lasci tranquillo. La sua profonda insicurezza è una delle possibili chiavi di lettura del suo stato psichico e, quindi, equivale a dire che non crede molto in se stesso, non pensa di essere all’altezza, non si sente adeguato, sente che gli manca qualcosa. D’altronde, Pitullo non ha ancora terminato gli studi, è fuori corso, si sente in colpa perché è mantenuto dalla sua famiglia ed è abbastanza normale non essendo ancora definito cognitivamente, non avendo raccolto quelle soddisfazioni professionali che hanno un valore di accrescimento del giudizio lusinghiero di se stesso. La sua ex-ragazza attuale lavora, vive da sola, questo lo fa sentire, inconsciamente e non, inferiore o inadeguato, per quanto per lei non esista il problema.

Rientra nella sua struttura di personalità ossessiva (e direi anche narcisista) un inconsapevole bisogno di primeggiare per potere dare il meglio di sé. Gli ossessivi e i narcisisti sono individui alfa, destinati, se capaci, a divenire leader e tutto ciò che fomenta il loro nucleo di fragilità li fa stare male.

Alcuni diranno che i problemi vanno affrontati e superati insieme. È vero solo in parte, miei cari maccheroni, perché se lui non se la sente percepirà qualunque cosa come un attacco alla sua libertà e, quindi, da ciò ne conseguiranno dispute furibonde in cui ci si vomiteranno addosso tutte quelle mancanze e frustrazioni accumulate e subite o appercepite come tali. Non è un gioco, si tratta di philofobia o paura di innamorarsi. Non produce solo irrequietezza ma disturbi di vario genere ed entità che col passare del tempo possono acuirsi e peggiorare. Per superare questa fase evolutiva bisogna seguire un percorso psicoterapico d’eccellenza e, contemporaneamente, avvalersi di un supporto farmacologico. Ricordate quello che dico sempre: la malattia non viene per essere curata ma per curare (Jung). Questo ragazzo deve solo curare la propria autostima, secondo me, accettare i propri bisogni di libertà (spero non libertinaggine, che non è una bella cosa e non è sana) e imparare a rispettare l’altro, ad accoglierlo davvero nella sua vita. 

Va indagato anche il rapporto con la madre: non sarà troppo presente e assillante?

È difficile mettere da parte i propri sentimenti e bisogni ma occorre avere la delicatezza di capire l’altro, la capacità di rispettare le sue emozioni e le proprie perché forzando le cose si sbaglia nei confronti dell’altro come di se stessi.

La più grande prova d’amore che possiamo fare è lasciare andare l’altro quando esprime un disagio nello stare con noi.

Si può ottenere tutto nella vita con pazienza, studio, strategia, perseveranza ma se i propri obiettivi sono idealizzati e non coincidono con ciò che possiamo avere, con le risorse possedute, con la realtà dei fatti… diventa solo una tela di Penelope o un macigno di Sisifo.

Laura Valenti
Author: Laura Valenti

Laura Valenti è Psicologa clinica, Scrittrice, Aforista, Artista e Ghost writer e/o correttrice bozze. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui “Diritti negati” e “La Repubblica”. Cura la rubrica “Liberi Nobili” nel quotidiano online “IlSicilia.it”. Con l’Armando Editore (2007) ha pubblicato il volumetto Per un mondo a misura di adulto e bambino, cui è seguito Come me ( 2008). Entrambi sono patrocinati dall’UNICEF. Nello stesso anno è uscito il romanzo psicologico Ziza (ed. in proprio). Questi ultimi volumi sono i primi di una collana dal titolo Questo non si dice e quello non si fa. Dal 1997 si occupa di Ghost Writing trascrivendo convegni e redigendo per altri articoli, relazioni, discorsi, biografie, libri di medicina, architettura, etc.. È esperta di tecniche di rilassamento mentale (WILDE SYSTEM) e potenziamento cognitivo-affettivo-relazionale con l’ausilio di test psicometrici. Ogni tanto si diletta a creare abiti, scarpe e oggetti/mobili di arredo per la casa e l'ufficio.

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmailby feather

Comments

comments

Related posts