Buona festa dei narcisi. Ama il prossimo come te stesso

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Non possiamo negare o sottovalutare il fatto di avere un corpo. Esso deve essere vissuto e trattato come un tempio o un giardino dell’Io, come uno strumento della mente ma anche un mezzo di conoscenza

Il primo amore è quello che abbiamo provato per noi stessi quando l’altro non esisteva, non ci interessava e veniva strumentalizzato. Si deve restare sempre in una dimensione di amore per se stessi

Il sesso deve essere, in ogni caso, un atto d’amore nei confronti prima di tutto di se stessi

Il primo amore non si scorda mai! Non possiamo ricordarlo consapevolmente ma c’è stata una fase evolutiva in cui l’altro non esisteva ma solo noi e i nostri bisogni. La madre e tutte le figure di riferimento erano strumentalizzate affinché soddisfacessero le esigenze primarie e necessarie alla sopravvivenza. Queste tendenze narcisistiche sono insite nella natura umana, all’inizio primitiva e involuta, poi, civilizzata e matura, quando, cioè, sviluppa l’empatia. È come se fossimo piccoli macchinari informatici che piano piano vengono umanizzati e più superano con successo le avventure evolutive e maggiori sono i livelli cognitivi raggiungibili. Sia chiaro che designare l’amore per se stessi come necessariamente disturbato è errato giacché, come ho più volte tentato di chiarire nelle mie pubblicazioni, esiste un narcisismo sano e un tratto narcisistico che riguarda ciascuno di noi ed è più che naturale e giusto assecondarlo. La patologia che funge da indicatore di personalità oltre che da navigatore per risolvere un caso clinico è diagnosticabile quando esistono delle distonie, degli eccessi e delle relazioni oggettuali e sentimentali intrise di disempatia e di egoistiche mancanze a danno dell’altro o di se stessi. Il narcisismo non è una perversione, sostenne Freud (1920), bensì il completamento libidico della pulsione di autoconservazione e una componente legittimamente attribuita a ogni essere vivente. Ho fatto riferimento più volte all’autoerotismo come a un agire a favore del buon funzionamento psicofisico senza il concorso di un’altra persona e che sia preferibile questo atto a quello con esseri che non provano rispetto e disonorano la propria persona perché si deve restare sempre in una dimensione di amore per se stessi ovvero il sesso deve essere, in ogni caso, un atto d’amore. D’altronde con la masturbazione si è tentato nel 1900 di curare l’isteria e resta fermo il principio che ha condotto i medici psicoanalisti allora vigenti a valutarne la somministrabilità che oggi viene solo suggerita, ovviamente, per l’estrema intimità dell’opera.

Parlando di Narciso si può fare riferimento alla radice etimologica, al mito greco e alla pianta di Narciso. Partendo dall’analisi della parola di origine greca, “narché” significa “torpore” e ha a che fare con un vuoto interiore e un nucleo depressivo che tenta di risucchiare, per tutta la vita, l’individuo con personalità narcisista. Perciò sembra ami se stesso ma lotta, al contrario, con il peggiore dei giudici e dei demoni che è il suo io più intimo e nascosto, affinché non vinca sulla parte solare. Il narcisista porta una maschera con gli altri, non ama il vero sé, mostra al mondo solo la parte che ritiene socialmente accettabile. E come lui non si ama neanche gli altri, secondo la sua versione criptata, possono amarlo davvero. In questo modo, non raggiunge una vera e propria intimità con nessuno perché, purtroppo, quelle poche volte in cui decide di aprire l’ultima corolla, esso viene reciso e vilipeso. Si convince che deve proteggere la parte più fragile di se stesso: uno, perché, se viene fuori, si sente intorpidito, offuscato, obnubilato, trascinato in un buco nero; due, perché si sente fragile e a nudo e non gli piace, amando il controllo e il potere; tre, perché deve mantenere alto il livello di “arousal” (lett. e psic., “eccitazione”) del sistema nervoso; quattro, perché per lui sedurre e condurre gli altri significa ridurre se stesso.

Nella favola ellenica ciò che risalta è che nessun pretendente gli andava bene, nessuno era alla sua altezza e trattava male chi, come Eco, lo corteggiava finché di lei rimase solo la voce che lo chiamava accorata ma lui rimaneva impassibile, freddo e disinteressato all’amore di chiunque. Gli importava soltanto di se stesso. Non provava pietà per quella povera ninfa. Dentro di sé vi era il vuoto dei sentimenti, era una pelle svuotata della vita.

 

La pianta di Narciso è stata una ubertosa fonte di ispirazione per gli psicoanalisti che hanno individuato nell’essere umano il bisogno costante di conferme, rassicurazione, nutrimento, amore, accudimento, riconoscimento e presenza. Occorre stare attenti agli aspetti idealizzati e/o svalutati del sé e dell’oggetto (Kohut  e Kernberg), alla eventuale prevalenza nel mondo inconscio di fantasie di successo e di potere e alle aspettative grandiose nei confronti di se stessi o degli altri che possono portare a repentine delusioni.

Essere assorbiti dalla propria immagine va bene, insomma, a condizione che si rimanga in grado di distinguere tra l’immagine di chi si vuole apparire e l’immagine di chi si è anche intrinsecamente, fra gli aspetti del sé che, ragionevolmente e per questioni difensive, si vogliono manifestare e quelli che, al contrario, si pensa sia meglio tenere per sé e rivelare solo a chi merita il posto di “prediletto”. In alcun modo l’identificazione con l’immagine idealizzata deve comportare la perdita della realtà (vd. per es., gli anoressici o i megalomani). Tutto ciò che avviene nella psiche determina la personalità, i comportamenti, senza trascurare di considerare tutto ciò che avviene di conseguenza anche nel corpo. Come ho scritto nel precedente “salmo sull’amore” e riformulandolo con parole diverse il corpo (l’immagine che se ne ha) influenza il pensiero e il comportamento e, viceversa, la mente (propria e di chi ci circonda) influenza il corpo e anche il suo “aspetto anagrafico”. È doveroso per ognuno di noi, quindi, possedere e mantenere un buona visione del sé corporeo e mentale che viene proiettato all’esterno.

Non possiamo negare o sottovalutare il fatto di avere un corpo. Esso deve essere vissuto e trattato come un tempio o un giardino dell’Io, come uno strumento della mente ma anche un mezzo di conoscenza, soggetto alla volontà individuale e all’attività fisica. Nel narcisista prevale la ricerca della bellezza e del potere sulle emozioni, relegate e congelate il più possibile affinché non allontanino dai propri traguardi. Chi ha un tratto narcisista spiccato è disposto a sacrifici immani, non si ferma davanti a niente, non teme né avverte stanchezza e crede fortissimamente che con la perseveranza e le giuste strategie possa appagare i propri bisogni di affermazione e supremazia. Il diniego o la razionalizzazione delle emozioni tossiche (come rabbia, invidia, gelosia, insicurezza, paura) non significa affatto non provare sentimenti o che la propria condotta non sia motivata da tali meravigliosi movimenti psichici, anzi, è proprio il contrario: è l’amore per se stessi, la scoperta del valore della propria persona e delle proprie ambizioni che sostiene, incoraggia e motiva il buon vanesio.

[ Potete leggere un’altra mia riflessione sull’argomento in https://www.ilsicilia.it/non-bisogna-guarire-dal-narcisismo-ma-divenire-leader/ ].

 

Laura Valenti
Author: Laura Valenti

Laura Valenti è Psicologa clinica, Scrittrice, Aforista, Artista e Ghost writer e/o correttrice bozze. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui “Diritti negati” e “La Repubblica”. Cura la rubrica “Liberi Nobili” nel quotidiano online “IlSicilia.it”. Con l’Armando Editore (2007) ha pubblicato il volumetto Per un mondo a misura di adulto e bambino, cui è seguito Come me ( 2008). Entrambi sono patrocinati dall’UNICEF. Nello stesso anno è uscito il romanzo psicologico Ziza (ed. in proprio). Questi ultimi volumi sono i primi di una collana dal titolo Questo non si dice e quello non si fa. Dal 1997 si occupa di Ghost Writing trascrivendo convegni e redigendo per altri articoli, relazioni, discorsi, biografie, libri di medicina, architettura, etc.. È esperta di tecniche di rilassamento mentale (WILDE SYSTEM) e potenziamento cognitivo-affettivo-relazionale con l’ausilio di test psicometrici. Ogni tanto si diletta a creare abiti, scarpe e oggetti/mobili di arredo per la casa e l'ufficio.

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