Smog alle stelle, Palermo nel mirino dell’Ue

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Palermitani avvelenati dalle polveri sottili: la Commissione europea apre una procedura di infrazione nei confronti di dieci regioni italiane che, a partire dal 2010, non hanno adottato le misure necessarie a fermare i superamenti nei livelli di Pm10. Tra le regioni contro le quali l’Ue ha puntato il dito c’è la Sicilia, o meglio “l’agglomerato Palermo”: non solo la città ma anche i comuni dell’hinterland verso i quali ogni anno migrano in media tremila residenti del capoluogo. Pendolari che ogni giorno rientrano a Palermo per lavoro. Quasi tutti in auto.

Se la Sicilia è finita nella black list europea insieme con Veneto, Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Molise, Campania e Umbria è principalmente colpa di Palermo. Le altre due zone sulle quali la commissione ha chiesto chiarimenti sono due piccole aree a Niscemi e Siracusa. Ma è Palermo a preoccupare, la Regione ha insediato all’assessorato Territorio e ambiente un tavolo tecnico: entro fine ottobre le autorità italiane dovranno spedire a Bruxelles una dettagliata relazione per spiegare che cosa si sta facendo per contrastare l’avanzare delle polveri killer. La prima riunione si è tenuta la settimana scorsa ma si è chiusa con un nulla di fatto: “Al tavolo mancavano alcuni interlocutori importanti — dice il dirigente del settore Ambiente del Comune Francesco Fiorino — noi c’eravamo”. L’assessorato fa sapere che un nuovo incontro sarà convocato già in settimana.

Ma che cosa potrà produrre Palermo per convincere l’Ue che la lotta allo smog è una priorità dell’amministrazione? Al momento potrà limitarsi a fornire un lungo elenco di progetti: dalla realizzazione del tram al completamento dell’anello ferroviario, al raddoppio del passante ferroviario. Progetti che c’erano già dieci anni fa e che, al momento, sono solo una scommessa: chi può dire, per esempio, quanti saranno i cittadini che rinunceranno all’auto per il tram? Persino le misure tampone sono inconsistenti: al momento a fronte di un ottobre nero con dodici giorni di sforamenti nei livelli di Pm10 — che in alcune zone come via Belgio hanno superato i 130 microgrammi per metro cubo a fronte di un limite fissato dalla legge di 50 — ci sono solo le targhe alterne che praticamente nessuno rispetta contando sull’assenza di controlli: una media di appena 20 multe al mese.

Il Comune punta sulla Ztl — “è tutto pronto”, fa sapere l’assessore alla Mobilità Giusto Catania — che attende però il sì al bilancio per recuperare i 130 mila euro necessari a riparare le dieci telecamere che sorvegliano i varchi principali. Il bilancio non è ancora nemmeno arrivato all’esame dell’aula. “Per quanto riguarda Palermo il problema è soprattutto la circonvallazione, una autostrada dentro la città”, dicono dalla Regione. “Abbiamo

 

preparato numerosi documenti che raccontano tutto quello che abbiamo fatto per contrastare lo smog a cominciare dall’approvazione del Piano urbano del traffico”, dice il Comune. Ma alla commissione europea basterà un elenco di provvedimento ancora da adottare? Bruxelles è stata chiara: “Standard diversi fra i Paesi Ue non saranno più tollerati: tutti i cittadini hanno diritto allo stesso livello di tutela”. Incombe una maxi multa. SARA SCARAFIA (repubblica)

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