Balestrate fu fondata sulla tenuta di Sicciarotta, ad occidente del fiume Jato, nel 1662 per iniziativa di Giacomo Santoro, che ivi fondò una fattoria e delle case coloniche, nel 1517 i Fardella di Trapani vi avevano impiantato una tonnara la cui attività durò fino al 1780. Il territorio su cui venne fondata Balestrate faceva parte del patrimonio regale poiché il re Federico II d’Aragona aveva stabilito che tutte le terre comprese nel percorso compiuto dallo strale di una balestra, scoccata dalla battigia presso il fiume S. Cataldo, fossero riservate al suo dominio. |
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Tutto questo è attestato in un documento del 1307 che stabiliva dei confini precisi tra la parte di territorio concessa alla Badia di Santa Maria di Altofonte e quella riservata al sovrano. Da qui il significato del termine “balestrate” che era originariamente esteso a tutta la parte di proprietà regia e che alla fine rimase come toponimo di uno solo dei fondi di quella estesa tenuta: il fondo della Sicciara. Il nome ci ricorda la forma vernacola “siccia” che in Italiano da “seppia”; ed era proprio di seppie che si nutrivano in abbondanza gli abitanti ed i pescatori di quella zona perché il mare ne forniva in abbondanza. Il fondatore Giacomo Santoro non si limitò soltanto ad installare la fattoria ma dotò anche il primo nucleo abitato di una chiesa, che fu dedicata a Sant’Anna, e di magazzini contenenti vino. La chiesa di Giacomo Santoro assurse a dignità di parrocchia nel secolo XIX ed estese la sua giurisdizione anche alla chiesa |
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della vicina Trappeto, il cui nome veniva spesso confuso con quello di Balestrate poiché “Balestrate” veniva usato per indicare sia l’uno che l’altro borgo. Questa particolare condizione giuridica e la contiguità territoriale dei due insediamenti portò al Decreto Regio del 29 marzo 1820 che sanciva l’unione dei due centri. Trappeto ottiene l’autonomia da Balestrate solo nel 1954. |
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