Mafia: arrestato Nicchi, il numero due a Palermo

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Mafia: arrestato Nicchi, il numero due a PalermoPALERMO – La Polizia di Palermo ha arrestato il boss Gianni Nicchi, Si nascondeva in un appartamento di via Juvara, a Palermo. Il capomafia è considerato il numero due di cosa nostra palermitana. Tra gli applausi della gente e l’esultanza degli agenti della catturandi e di molti poliziotti della questura di Palermo il boss è stato portato in questura. Guarda il video

I ragazzi del comitato Addiopizzo stanno intonando l’inno di Mameli. Alle finestre della mobile si è affacciato anche il capo della catturandi Mario Pignone, che il mese scorso, con gli stessi uomini aveva arrestato un altro boss latitante, Mimmo Raccuglia. Col il volto ancora coperto dal passamontagne i poliziotti sventolano la magliettta con la scritta Addiopizzo.
 
 Il covo di Gianni Nicchi era a poche centinaia di metri dal palazzo di Giustizia di Palermo. Il boss era latitante da tre anni, da quando riuscì a sfuggire all’operazione di Polizia denominata Gotha, che portò in cella i principali capi di Cosa nostra di Palermo. Il giovane mafioso è considerato il pupillo del capomafia Nino Rotolo. Quando ha capito di essere stato individuato ha tentato di scappare dal pozzo luce dell’edificio. Secondo alcune indiscrezioni quello dove è stato fermato non sarebbe il covo principale del latitante, ma una base di appoggio in cui il mafioso si sarebbe rifugiato ieri sera. Davanti la palazzina, tenute lontano dalla polizia, si sono radunate circa 150 persone che attendono di vedere uscire il giovane arrestato.
 
 "La cattura di Gianni Nicchi, ultimo grande latitante palermitano ancora libero, è un grandissimo successo che testimonia l’incessante impegno delle forze dell’ordine. Ora puntiamo al boss trapanese Matteo Messina Denaro". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, commentando l’arresto del boss Gianni Nicchi. Grasso, che ha espresso le sue congratulazioni alla polizia ha aggiunto con una battuta: "Nella lista dei trenta latitanti più pericolosi, se continuiamo così, non resterà più nessuno".
 
 Insieme al boss sono finite in manette due persone accusate di favoreggiamento. Sarebbero i proprietari dell’appartamento di via Juvara in cui il capomafia si nascondeva. Nicchi si trova ancora all’interno del palazzo in attesa di essere portato negli uffici della mobile.
 
 Gianni Nicchi, 28 anni, "u picciutteddu" arrestato oggi dalla squadra mobile palermitana, ricercato dal 2006, è il rampollo delle cosche mafiose palermitane, un giovane che dopo gli arresti degli ultimi anni che hanno decimato Cosa nostra e soprattutto dopo la cattura di Salvatore Lo Piccolo era in rapida ascesa anche se non è possibile affermare che il suo dominio riguardasse tutta la città. Condannato a 18 anni di carcere per mafia ed estorsioni nel processo scaturito dall’operazione Gotha, nel gennaio 2008, il nome di Nicchi è venuto fuori più volte per i suoi viaggi negli Stati Uniti. L’operazione Gotha, che scompaginò le cosche palermitane arrestando i nuovi boss, mostrò le ultime novità del pianeta mafia a Palermo grazie ad una microspia posizionata in un capannone di lamiera dove i boss si riunivano. Proprio grazie a quella microspia gli investigatori ascoltarono le conversazioni dei nuovi capimafia tra cui Nicchi. In una di queste il boss Nino Rotolo parla con Nicchi dandogli le dritte per diventare un buon killer. "Spara sempre due o tre colpi" gli dice. "Non ti avvicinare assai… Non c’é bisogno di fare troppo scruscio. Uno… per buttarlo a terra. Quando cade a terra, in testa e basta. Vedi che in testa poi ti puoi sbrizziari", cioé macchiare.
 
 Nicchi, figlio di Luigi, un mafioso condannato all’ergastolo, secondo le accuse sarebbe inserito nella famiglia mafiosa di Pagliarelli. Quando la polizia si presentò a casa sua per arrestarlo nel blitz in cui vennero fermati Rotolo e altre 45 persone, nel giugno 2006, non lo trovò. Era latitante a 25 anni. Parlando con un altro mafioso il boss Rotolo diceva di Nicchi: "Gianni è mio figlioccio, però ti dico, per me è come se fosse figlio mio". E ancora: "Con Giovanni, quando parli con lui è come se parlassi con me. E’ la stessa cosa…". Proprio per questa sua vicinanza con Rotolo l’altro capomafia palermitano Salvatore Lo Piccolo lo voleva uccidere. Questo particolare è stato raccontato per primo dal pentito Gaspare Pulizzi, fedelissmo di Lo Piccolo, ai magistati. Alla base di questo dissidio vi era la vicinanza di Nicchi, e del medico di Todtò Riina, Antonino Cinà, con Nino Rotolo. Quest’ultimo era contrario al rientro dagli Usa della famiglia degli Inzerillo, parzialmente sterminata dai mafiosi corleonesi nella guerra di mafia, mentre Lo Piccolo era favorevole. Nel maggio scorso Gianni Nicchi spedì una lettera autografa alla Corte d’Appello di Palermo con cui nominava un secondo difensore nel processo di appello "Gotha". Il timbro sulla busta era di un ufficio postale di Palermo.
 
 BERLUSCONI,ARRESTI COLPO RILEVANTE PER CRIMINALITA’ – ”Credo sia una notizia che fa piacere a tutti gli italiani nel buon senso dei quali e nella loro capacita’ di giudizio non ho mai dubitato”. Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi commentando i due arresti di Fidanzati e Nicchi. ”Sono lieto – ha detto Berlusconi – prima di partire sul treno per l’inaugurazione della linea dell’alta velocita’ Torino-Milano – di annunciare queste due operazioni delle forze dell’ordine. Devo fare i complimenti alla polizia, queste operazioni erano state preparate da tempo”. ”Posso dire – ha detto – che abbiamo messo a segno due colpi rilevanti che danno alla mafia molte preoccupazioni”.
 
 MARONI, ARRESTI FANNO GIUSTIZIA FARNETICAZIONI – "Gli arresti di mafia fatti oggi fanno giustizia delle farneticazioni di questi giorni". Così il ministro dell’Interno ha commentato, in una intervista a Sky, l’arresto di Gaetano Fidanzati e Gianni Nicchi. "Quelle di Spatuzza sono vere e proprie farneticazioni – ha detto Maroni – dettate da chi vuole colpire un governo che sta facendo quello che non è mai stato fatto contro la mafia negli ultimi 50 anni".
 
 ”Le catture dei latitanti non sono mai a orologeria”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervistato da Sky Tg 24 a proposito dell’arresto dei bosso mafiosi Gaetano Fidanzati e Gianni Nicchi. ”Sarebbe un’idiozia – ha aggiunto – pensare una cosa del genere”. Maroni ha anche aggiunto che Nicchi ”e’ il numero due di Cosa Nostra, dopo l’arresto di Domenico Raccuglia. Si tratta di un killer spietato e potente”.
 
 "Adesso rimane solo il numero uno, Matteo Messina Denaro. E il cerchio si sta stringendo". Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervistato da Sky dopo l’arresto dei due superlatitanti Nicchi e Fidanzati rispondendo al cronista che gli chiedeva se fossero ipotizzabili nuovi arresti a breve. "Sono convinto – ha aggiunto Maroni – che molto presto prenderemo anche lui".
 
 I COMPLIMENTI DI SCHIFANI – Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha telefonato al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al capo della Polizia, dott. Antonio Manganelli, e al questore di Palermo, dott. Alessandro Marangoni, per congratularsi personalmente dell’eccezionale operazione antimafia che ha portato oggi all’importantissima cattura di Giovanni Nicchi, ritenuto il numero tre di Cosa Nostra, e di Gaetano Fidanzati, esponente di spicco della mafia. "Queste operazioni"- precisa il Presidente Schifani in una nota – "confermano, ancora una volta, l’impegno dello Stato e del Governo nell’azione di contrasto al male assoluto della mafia che non può e non deve conoscere alcuna distrazione o tolleranza".

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