L’intervista di Stefania Riccobono
Come e quando hai capito che la musica era la tua strada , la tua vita?
Per me fare musica è sempre stato un percorso naturale: provengo da una famiglia di musicisti, quindi la musica è sempre stata presente nella mia vita. Si arriva a un certo punto in cui o la ami o la odi, e per me è stato sicuramente amore. Nella mia vita, però, non mi sono dedicato solo alla musica; le mie due grandi passioni sono sempre state la musica e i numeri. Per questo motivo mi sono laureato due volte in statistica, ho vinto un dottorato di ricerca e per circa cinque anni ho insegnato all’università, grazie a degli assegni di ricerca.
Nonostante il percorso accademico, non ho mai abbandonato la musica. Quando mi sono ritrovato dall’altra parte del banco, non più come studente ma come docente, ho capito che la mia strada era un’altra. La musica, che con il tempo è diventata la mia professione, è per me molto più di un mestiere: è una compagna fedele che non mi ha mai lasciato. A un certo punto, mi sono reso conto che meritava il primo posto tra le mie passioni.
I primo brano in pubblico te lo ricordi?
Assolutamente, quel momento è indimenticabile. Mi considero un musicista molto popolare, e il mio approccio alla chitarra non è mai stato esclusivamente ‘chitarristico’. Ho sempre ascoltato con interesse pianisti, sassofonisti e altri strumentisti, senza mai escludere la buona musica italiana. Ho un’idea ben precisa su di essa: credo che la produzione musicale degli anni ’60, ’70 e ’80 abbia lasciato un segno indelebile nella discografia. In quel periodo, la musica italiana non rappresentava solo il nostro Paese, ma aveva anche una grande risonanza internazionale. Tornando alla tua domanda, come tanti anch’io ho iniziato ‘schitarrando’ in spiaggia. Ricordo perfettamente il primo brano che suonai in pubblico: Ti amo di Umberto Tozzi. È un pezzo costruito su quattro semplici accordi, eppure è capace di regalare una profondità e una musicalità uniche, rappresentando al meglio il cantautorato italiano. Suonarlo mi ‘segava le dita’, ma lo amavo profondamente. Con la sua semplicità, riesce a lasciare nell’ascoltatore una bellezza immediata, qualcosa che colpisce fin dal primo impatto.
Tour 2024 ritratti ? Un calendario fitto e emozionante?
Il tour Ritratti 2024 è stato particolarmente emozionante. Quello che era iniziato con un calendario già fitto di circa 80 date si è trasformato in oltre 200 appuntamenti, un numero davvero significativo. Inoltre, ogni anno con l’arrivo dell’estate ho la possibilità di portare la mia musica in luoghi straordinari come le isole Eolie, dove mi trovo ancora oggi. Le emozioni sono state tantissime, anche grazie all’intuizione di arricchire, a metà del tour, alcuni concerti con momenti speciali in cui ho suonato, oltre alla chitarra, anche il sitar. Alcuni luoghi in cui ho avuto la fortuna di esibirmi ispiravano sonorità orientali, perfette per il contesto e particolarmente suggestive al tramonto. Sono stati momenti di connessione profonda con il pubblico e con l’ambiente, che hanno aggiunto un ulteriore livello di emozione al tour.
Ho la fortuna di avere un pubblico molto trasversale; chi viene ad ascoltarmi non è soltanto un mio coetaneo o un fruitore della musica, ma ci sono anche molti giovani, tanto che anche il 2024, come gli anni precedenti, mi ha visto tenere delle masterclass in giro per le scuole italiane, con lo scopo di spiegare con molta modestia che la musica non è solo imbracciare una chitarra, ma molto di più. Questo è molto importante per me, perché mi dà lo stimolo per fare sempre di più e per non deludere chi come loro magari mi ha chiesto un consiglio venendomi a sentire.
La tua sinergia musicale con Facchinetti e il vostro rapporto artistico speciale?
La vita di un artista, ma non soltanto di un artista, è fatta di incontri. In questo percorso, incontri grandi attori e piccole comparse. Io ho avuto la fortuna di incrociare tante belle persone, soprattutto quelle che brillano non solo per il loro talento musicale, ma anche per la loro umanità. Persone che mi hanno realmente arricchito a livello emotivo e umano, e questo si riflette inevitabilmente anche nella musica.
Roby Facchinetti è sicuramente uno di questi incontri speciali. È una persona con la quale mi piace concedermi lunghe telefonate e a cui amo chiedere consigli. Inoltre, Roby è stato il padrino del mio disco Raya e del mio ultimo disco Plays Pooh, dove eseguo a modo mio alcuni tra i brani più iconici di questa band, che amo in maniera particolare e che seguo da anni, di cui mi onoro anche di essere amico. Tornando alla tua domanda, sì, c’è una grande sinergia tra noi. Quando feci ascoltare i provini di questo disco, Roby, noto anche per aver scritto più brani per la band, rimase colpito dal mio suono e mi diede quella famosa pacca sulle spalle, invogliandomi a pubblicare un lavoro così importante.
La tua musica in giro per il mondo?
Orgoglio siciliano di origine messinese e da siciliana , ci tengo a ricordarlo sempre .
La tua immancabile chitarra che trasforma la musica rendendola spesso nuova possiamo dire così
Il tuo rapporto con il mare mi viene in mente l’ album eoliana nel 2017 se non erro
Prossimi eventi , progetti?
È stato un anno abbastanza ricco di appuntamenti, e sicuramente concluderò il 2024 con i concerti di Ritratti. Ci sono in programma diverse novità che mi vedranno coinvolto il prossimo anno. Posso accennarti che sto già lavorando al nuovo disco, e un singolo uscirà a Natale. Questa sarà una felice notizia, non solo per me, ma anche per molti fan che mi hanno chiesto di risuonare in elettrico visto che negli ultimi anni mi sono dedicato maggiormente all’acustico. Oltre l’uscita del nuovo disco, prevista per il 2025 ho anche un’altra sorpresa in serbo, ma per ora non voglio svelarla.
Cosa è per te la musica?
Grazie per questa domanda!
La musica è per me una forma di espressione profonda e autentica, una lingua universale che trascende le parole e parla direttamente all’anima. È un rifugio, un’amica fidata che mi accompagna nei momenti di gioia e di difficoltà. Attraverso la musica, riesco a comunicare emozioni e storie che altrimenti rimarrebbero inespresse.
La tua canzone del cuore?
Se ti riferisci alla mia discografia, è un po’ come chiedere a quale figlio vuoi più bene: non saprei rispondere. Ogni brano che ho scritto rappresenta un momento specifico della mia vita, come delle fotografie che appartengono allo stesso album. Quando li suono, percepisco sensazioni particolari legate a quei momenti. Sarei un po’ ingiusto a dirti che un brano mi piace di più rispetto a un altro. Tuttavia, posso dirti che amo in modo particolare i brani che mi fanno riflettere, che stimolano il mio pensiero. Ad esempio, Sara e Scenary sono tra quelli che mi colpiscono di più. Ma, in definitiva, è davvero difficile rispondere a questa domanda.
Un messaggio a chi ci legge e a chi ti ascolta ?
Non vorrei essere banale, ma l’unica parola che mi viene dal cuore in risposta a questa domanda è ‘grazie’. Grazie a tutti voi per essere presenti, per far parte della mia vita, per condividere le mie note e per i migliaia di messaggi che mi inviate attraverso i miei canali social ufficiali. Siete entrati nella mia vita con delicatezza, facendomi comprendere cosa significa realmente essere un artista, fra virgolette, conosciuto. Questa è un’avventura che non dimenticherò mai e che porterò sempre con me. Per questo motivo, appunto non smetterò mai di dirvi grazie!






