Teatro: morto Luca Ronconi, maestro dell’innovazione

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Il regista Luca Ronconi è morto al Policlinico di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni. Nato l’8 marzo 1933 avrebbe compiuto fra pochi giorni 82 anni. Direttore del Teatro stabile di Torino (1988-93), del Teatro stabile di Roma (1994-98) nonché direttore artistico per oltre un decennio del Piccolo Teatro di Milano, Luca Ronconi ha firmato nella sua lunga carriere regie teatrali e liriche sempre nel segno dell’innovazione. Il nome di Luca Ronconi e’ sinonimo di teatro; o meglio sinonimo di regia teatrale, l’arte composita che consiste nel creare spettacoli, istruire gli attori, offrire al pubblico il tesoro della drammaturgia di tutti i tempi. Solo di Giorgio Strehler e di Luigi Squarzina si puo’ dire lo stesso, ma con una differenza: Ronconi oltre che un supremo interprete e’ stato un formidabile sperimentatore e basterebbe ricordare il torrente di invenzioni ”dell’Orlando furioso” per convincersene. La vita di Ronconi – morto questa sera al Policlinico di Milano, per complicazioni legate probabilmente al virus influenzale – puo’ essere raccontata elencando i cento e piu’ spettacoli, i tanti attori incontrati in palcoscenico, gli allievi che si sono abbeverati alle sue lezioni all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, dove lui stesso aveva studiato anni prima ed anche le schiere di appassionati della sua arte inventiva, che si fregiavano del titolo di ”ronconiani”.

 

Escobar sconvolto, ora c’è da affrontare la morte – “Sono qua in ospedale, stasera non me la sento proprio di fare dichiarazioni, trentaquattro anni di lavoro insieme, ora c’è da affrontare la morte, poi si vedrà”. Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano, è profondamente sconvolto dalla morte dell’amico regista Luca Ronconi. Troppo presto, dice, anche per parlare di funerali e manifestazioni. “Di sicuro gli attori domani all’inizio della recita lo ricorderanno – anticipa – poi vedremo. E’ ovvio che il Piccolo era la sua casa e farà tutto quello che è possibile fare. Ma c’è da rispettare lui, le sue volontà di uomo sempre riservato. Decideremo insieme alle persone a lui care”. Domenica alle 16, prima della rappresentazione di Lehman Trilogy al Piccolo Teatro di Milano, gli attori ricorderanno Luca Ronconi. Nell’annunciare ”con dolore” la morte del regista, il teatro lo ha ricordato come ”un artista che ha scritto la storia del teatro italiano e ha segnato la vita del Piccolo dal 1998, anno in cui ne è diventato figura di riferimento”. Cioè dopo la morte di Giorgio Strehler. ”Insieme alle persone a lui più vicine – prosegue il comunicato del teatro – il Piccolo concorderà e annuncerà i modi per ricordarlo e per onorarlo più vicini alla sua natura, al suo pensiero, alla sua umanità, alla sua riservatezza”

 

Teatro alla Scala, bandiera a mezz’asta – “Domenica sulla facciata del Teatro alla Scala la bandiera sarà esposta a mezz’asta”. E’ quanto annuncia lo stesso teatro milanese in un comunicato stampa, rivolgendo “un pensiero affettuoso agli amici del Piccolo Teatro in questo momento di lutto”. “Luca Ronconi, scomparso questa sera a Milano, è stato una delle figure principali del teatro europeo. Alla Scala – ricorda la nota – ha realizzato 25 titoli d’opera dal 1974 al 2009 con tutti i musicisti più significativi, da Claudio Abbado, Riccardo Muti e Riccardo Chailly a maestri come Prêtre, Ozawa, Sinopoli, contribuendo in maniera determinante alla formazione dell’identità stessa del Teatro”. “Vastissimo il repertorio, da Verdi e Rossini al Settecento di Jommelli e Rossi fino al contemporaneo Stockhausen. Nel 2004 Ronconi mise in scena ‘L’Europa riconosciuta’ di Salieri per la riapertura del Teatro dopo i restauri”. Il Teatro alla Scala ricorda infine l’elenco completo delle opere messe in scena da Luca Ronconi, da ‘Guglielmo Tell’ con Riccardo Muti, per l’inaugurazione della stagione 1988/1989, a ‘Tosca’ di Puccini con Semyon Bychkov nel 1997.

 

L’intervista di Paolo Petroni per gli 80 anni del regista – ROMA, 4 MAR 2013- ”Ne ho fatte davvero di ogni…. per cui non so dare una definizione di cosa sia un regista”, dichiara col suo sorriso ironico e divertito sotto i baffi Luca Ronconi, che l’8 marzo compie 80 anni e Rai Storia gli dedica un omaggio di due notti, il 6 e 7, con due lunghi servizi e la riproposta delle sue storiche registrazioni televisive di teatro, dalle 5 puntate dell’ Orlando Furioso alla terza parte de La Torre, da John Gabriel Borkman a Cenerentola e Lolita.

”Difficile per me rispondere come sia la vita a 80 anni, perche’ qualsiasi presente e’ condizionato da uno sguardo nel futuro – dichiara il regista – E comunque, cio’ che mi aiuta a stare al mondo e’ un certo affetto: affetto verso quello che c’e’, verso qualche persona o qualche momento. Io poi posso dire di non aver mai odiato nessuno, e anche questo e’ il modo che ti fa stare bene al mondo”.

 

Dopo una grave malattia e un’operazione (”per tre mesi sono stato sicuro che non avrei mai ripreso a lavorare”) non molti anni fa, per cui ”le cose passate e’ come se appartenessero a un’altra persona”, Ronconi, costretto alla dialisi tre volte a settimana, durante le quali legge e si ripete le battute di un copione, afferma: ”la mia vita di oggi non e’ un prolungamento di quella passata, e’ un’altra vita”. Oltre agli spettacoli per il Piccolo di Milano, di cui e’ direttore da molti anni, Ronconi ama lavorare con i giovani, da sempre, e si dedica alla formazione degli attori, come fa con i neodiplomati dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, che ora stanno rappresentando lo spettacolo-saggio creato con lui ”Studio sui Sei personaggi in cerca d’autore” al Teatro India di Roma.  ”In questi tempi confusi c’e’ bisogno di maestri e di maestri che siano, come lo e’ lui, generosi e non solo concentrati su se stessi”, dichiara Silvia Calandrelli direttrice di Rai Educational, che ha promosso e prodotto l’omaggio al regista. E i ragazzi coinvolti si sentono ”dei privilegiati, specie in questo momento di impoverimento generale, visto che abbiamo imparato a usare il linguaggio quotidiano in maniera non banale” perche’, ”in un periodo in cui vengono a mancare tutti i punti di riferimento, lui e’ sempre li’ e ci ha aiutato a crescere, a farci scoprire quale sia il ruolo dell’attore oggi”, spiegano Lucrezia Guidone (la figliastra nello spettacolo) e Fabrizio Falco (il figlio).

 

Una delle ragioni della crisi del teatro italiano, ”per Luca e’ che i nostri attori hanno spesso una forma di autoreferenzialita’ che li fa nascere e morire velocemente, e non riescono a crescere per riuscire a rappresentare l’altro da se”’, commenta Roberta Carlotto, direttrice del Centro Teatrale Santa Cristina, che prende il nome dal luogo in Umbria dove Ronconi lavora e ha casa. ”Ho sempre ritenuto che sia difficile – chiosa – come fai a insegnare il teatro che e’ un territorio senza regole veramente, oppure ne ha avute poche ed e’ anche bene che ce le abbia, ma solo per metterle in discussione”.

 

Mercoledi’ aprira’ la lunga notte lo ”Speciale Luca Ronconi – Una storia lunga ottanta anni” alle 23 su Rai Storia, una bella intervista col maestro in cui si e’ creata una sorta di intimita’ tra intervistato e intervistatore, che restituisce allo spettatore momenti commoventi e soprattutto l’uomo e l’artista assieme e Franco Marcoaldi, che la conduce, spiega: ”Ronconi e’ un monaco di quella particolare forma di religiosita’ che e’ il teatro, tanto che ha finito per far coincidere come nessun’altro vita personale con vita professionale”. Giovedi’ invece alla stessa ora a aprire la lunga maratona sara’ ”Appunti di lavoro – Ronconi alla prova” a cura di Ariella Beddini che ha seguito il regista al lavoro (”Quando sei con lui devi essere disposto a andare oltre i tuoi limiti”) e ha anche intervistato molti degli attori che hanno lavorato con lui. Tra questi un bell’intervento di Mariangela Melato, rilasciato non molto prima della sua scomparsa. (Ansa)

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