Una pausa di venti minuti tra un cliente e l’altro e la compilazione di un foglio elettronico con i dati dei passeggeri e spostamenti completi di orario: questo quanto prevede il decreto 226 del 2024 che dovrebbe entrare in vigore il mese prossimo, ma che fa già preannunciare ricorsi.
Le associazioni di categoria sono già sul piede di guerra e contestano le disposizioni del decreto interministeriale 226, firmato lo scorso dai ministri Salvini e Piantedosi. A suscitare le proteste è in particolare il nuovo foglio di servizio elettronico: una scelta che, secondo le associazioni di categoria, penalizzerebbe il lavoro delle “auto nere”, favorendo quello dei taxi. Questi ultimi, infatti, potranno accettare una corsa dopo l’altra durante il proprio turno di lavoro, mentre i clienti degli Ncc rischierebbero tempi di attesa fino a 20 minuti.
Inoltre, per contrastare il fenomeno dell’abusivismo, il decreto prevede anche ulteriori obblighi: gli Ncc dovranno compilare un foglio elettronico ad ogni corsa, dove andranno indicati i dati del conducente, la targa del veicolo in uso, i dati del cliente, l’orario di partenza e arrivo, e i luoghi di partenza e destinazione. “La privacy viene violata – dice il noto attore palermitano Nicola Giosuè, in qualità di Testimonial a favore del servizio di noleggio con conducente – la conseguenza inevitabile sarà una grandissima riduzione di richiesta del servizio.
Io per primo non lo utilizzerò più, gli artisti si sa che amiamo la riservatezza. Sarà la fine di una categoria che abbraccia tanti settori, finora famoso per la sua discrezione. E mi chiedo poi: le istituzioni saranno esenti dal compilare il foglio di servizio per gli eventi per motivi di sicurezza?! Una disparità che sarebbe inaccettabile. Inoltre – continua – il decreto vieterebbe l’esecuzione dei servizi tramite intermediari (agenzie di viaggi, piattaforme on line, strutture alberghiere), tutto ciò a discapito del settore turistico. Bloccare questo settore e le aziende che gli gravitano intorno, che danno lavoro a più di ventimila famiglie, sarebbe una catastrofe”, conclude Giosuè.
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