Marsala “Capo Boeo”

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Marsala "Capo Boeo"Sul Capo Boeo, si trovano i resti di tre insule romane. Una di queste era quasi interamente occupata da una grande villa del periodo imperiale (III sec. d.C.) dotata di terme private. Si distinguono ancora alcuni dei mosaici che ornavano i pavimenti e i suspensoria, i pilastrini che, tenendo sollevata la pavimentazione, permettevano la circolazione d’aria calda. L’area era delimitata da strade pavimentate in pietra bianca di Trapani. Poco oltre si eleva la Chiesa di S. Giovanni fuori le Mura, del XIV secolo, costruita sopra una grotta nella quale secondo la tradizione dimorava la Sibilla cumana. Nell’antro della grotta ci sono affreschi del V secolo e una vasca che i primi cristiani usavano come battistero. La chiesa è dedicata a San Giovanni Battista, compatrono di Marsala (insieme alla Madonna della Cava), festeggiato il 24 giugno da una folta processione di fedeli.In prossimita di Capo Boeo, situato nei locali dell’ex Baglio Anselmi, si trova il Museo Archeologico Regionale. In origine era una costruzione, progettata sul finire del secolo Marsala "Capo Boeo"scorso da Basile, nata come stabilimento vinicolo per la produzione del Marsala. Il baglio é costituito da corpi di fabbrica aperti su di un ampio cortile interno dove é visibile un saggio di scavo che ha portato alla luce una tomba, una fornace, e strutture murarie che documentano la notevole frequentazione dell’area sin dal IV secolo a.C. Il museo illustra la storia di Lilibeo e del territorio storicamente ad essa connesso, dalla preistoria al medioevo. Particolarmente interessanti le vetrine dedicate a Mozia ed alcuni gioielli d’eta ellenistica finemente lavorati ritrovati a largo di Capo Boeo. Il pezzo piu importante è la Nave Punica, unico esemplare al mondo di relitto di nave da guerra fenicio-punica del III secolo a.C.. Recuperata nel 1969 nella Laguna dello Stagnone, nei pressi di Mozia, è probabilmente una “liburna”, veloce nave da guerra lunga 35 m, che si suppone sia stata affondata alla fine della Prima Guerra Punica, nella battaglia delle Egadi (241 a,C.). L’analisi della struttura ha permesso di stabilire la tecnica costruttiva dei Fenici, che prevedeva l’utilizzo di pezzi prefabbricati contraddistinti da lettere. Incredibile è la lega con cui venivano fabbricati i chiodi che tenevano insieme le assi: dopo piu di 2000 anni in mare non presentano traccia di ossidazione. La Nave Punica è ancora oggi oggetto di studio in tutto il mondo.

Fonte: accommodationsicily

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