Il Museo di Palazzo Bellomo

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Il Palazzo Bellomo, edificio del XIII°-XIV° secolo che ospita l’omonima Galleria regionale di arte medioevale e moderna, è a Siracusa la più completa opera di architettura di palazzi federiciani. Il Museo di Palazzo BellomoEsso risale alla ripresa edilizia che l’imperatore svevo provocò nella città, successivamente alla costruzione di Castello Maniace. Il palazzo si presenta frutto di due fasi costruttive distinte: quella d’età sveva, identificabile nella struttura bastionata del pianterreno, e una successiva fase di ricostruzione quattrocentesca, individuabile in tutto il piano superiore. La compatta facciata ha al pianoterra i modi della fortezza, a conci squadrati, con l’unica apertura rappresentata dal portale ogivale, chiuso da lunetta, e due finestre a feritoia a sinistra (la finestra rettangolare a destra è di epoca più tarda). All’interno la struttura sveva rimane evidente in tutto il piano terra e principalmente nel vestibolo caratterizzato da volte a crociera, segnate da costoloni terminanti in mensolette, con un’aquila scolpita nella chave di volta. Nel 1365, il palazzo passò in proprietà ai Bellomo , nobile famiglia romana venuta in Sicilia al seguito di Federico II d’Aragona, alla cui casata appartennero personaggi eminenti nella vita di Siracusa. È di questo periodo la sopraelevazione del palazzo che presenta evidenti influssi di arte catalana del XV° secolo, riconoscibili in nobili bifore e trifore presenti nel prospetto e nella luminosa scalea, che si innesta al portico svevo. Per tre secoli il palazzo rimase di proprietà dei Bellomo, ma nel 1722 le monache dell’attiguo monastrero di San Benedetto lo acquistarono e lo utilizzarono come magazzino e dormitorio. Con le leggi di espropriazione del 1866, si fece un uso improprio del complesso, fino a quando, nel 1901, fu ceduto all’Amministrazionedelle Belle Arti, che operò i primi restauri. La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo fu realizzata nel 1940, a causa del distacco della raccolta medioevale e moderna dal complesso preistorico e classico del Museo Archeologico Nazionale. Sin dall’inizio il nucleo di questa raccolta è costituito da opere d’arte provenienti da chiese e conventi soppressi, di Siracusa e di altre località della Sicilia orientale. Succesivamente e progressivamente la raccolta si è arricchita di reperti e opere provenienti da acquisti, donazioni, raccolte private e monumenti. La visita comincia dal pianterreno, diviso in Annunciazione di Antonello da Messina 4 sale, dove vi è l’ala più antica del palazzo, risalente all’età federiciana. Nei suoi ampi vani quadrangolari, coperti da volte a crociera, si conservano reperti scultorei sia di età paleocristiana che bizantina. Notevole nello stesso vestibolo una lastra marmorea di arte araba di San Marziano e due leoni stilofori del XII° secolo. Oltre il cortile catalano, a ridosso della scala, vi è il Cortile delle Palme (XVIII° secolo), lungo le cui pareti sono raccolti stemmi Siracusani marmorei, sia civili che religiosi, di diversa provenienza, fra cui il grande stemma con l’insegna cittadina raffigurante il castello e i monumentali stemmi vicereali spagnoli (originariamente sulla Porta Reale e sulla Porta di Ligne). Salendo quindi per la bella scala catalana e percorsa la loggia, si accede al primo piano, che è diviso in 16 sale, numerate da 5 a 20. Di particolare interesse, nella sala 5, è la famosa Annunciazione di Antonello da Messina, commissionata per la Chiesa dell’Annunziata di Palazzolo Acreide nel 1474 e acquistato successivamente dal Regio Museo Archeologico di Siracusa nel 1907. Altra opera notevole è Il seppellimento di Santa Lucia di Michelangelo Merisi da Caravaggio, ospite nella sala 6 in deposito temporaneo dalla Chiesa di Santa Lucia. Questa grande tela è la prima opera siciliana del Caravaggio, che qui soggiornò, nell’autunno del 1608, in fuga da Malta.

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