Sarà una domenica pomeriggio speciale, quella in programma il 17 novembre quando, a partire dalle 18 il palcoscenico del Piccolo Teatro dei Biscottari, al civico 27 di via dei Biscottari, sarà animato dall’attore siciliano Filippo Luna.
Un evento del ricco cartellone di iniziative e momenti che ruotano attorno al mondo del teatro, proposto e curato dall’associazione “Incontroteatro”.
A stuzzicare Luna, aprendo con lui il baule dei ricordi, sarà Fabrizio Falco, attore teatrale e presidente dell’associazione che gestisce questo spazio nel cuore del centro storico palermitano.
«Penso che sarà una bella chiacchierata – annuncia Filippo Luna – che spero sarà alimentata anche dalle sollecitazioni del pubblico. Parlerò della mia idea di teatro che è quella di un teatro molto importante, formale ma pieno e denso di contenuti. Un teatro dove la gente deve saltare dalla sedia, dove può trovare emozioni forti, dove si deve interrogare e tornare a casa, non dico cambiato ma sulla via del cambiamento. Forse, però, non esiste più».
Ispirazione che per lei è arrivata in quale maniera?
«Incontrai per caso Giusto Monaco durante una conferenza sui latini e greci. Venne a scuola e parlò della sua scuola di teatro e fu amore. Non fu, però, facile perché a San Giuseppe Jato non avevo strumenti e soprattutto la mia famiglia, nonostante volesse sostenermi, non sapeva come muoversi. Nessuno, nella mia famiglia, aveva mai visto un palcoscenico. I miei maestri sono stati prima di tutto gli insegnanti che ho incontrato all’Inda come Stefano Marcucci, Walter Pagliaro, Ezio Marano, Anita Laurenzi, solo per fare qualche nome, quelli che mi hanno dato la formazione tecnica culturale. Io venivo da San Giuseppe Jato, un piccolo paese in provincia di Palermo, dove il teatro era un sogno, non sapevo nemmeno come era fatto e cosa succedeva al suo interno.
Ogni tanto passava qualche compagnia, come quella della famiglia Zappalà, ma non era così sovente, quindi il primo rapporto con questo tipo di disciplina furono gli sceneggiati in tv, quelle serie che lasciavano il segno attraverso la loro magia. C’erano anche modelli come Paolo Panelli, Corrado, Baudo, Mike Bongiorno, Mina, la Carrà, Lola Falana, don Lurio, nomi che le generazioni di oggi neanche hanno mai sentito. Poi chiaramente, come non citare grandi maestri del calibro di Giulio Brogi, Franco Scaldati, con i quali ho avuto la possibilità di frequentare la scena e dai quali ho imparato tantissimo. Ovviamente ci sono anche quelli con i quali non ho condiviso il palcoscenico come Vittorio Gassman, Gabriele Lavia, Gianmaria Volontè, Tino Carraro, pietre miliari del teatro. Li cito perché i maestri non sono solamente quelli che ti insegnano, ma anche quelli che ti ispirano dal punto di vista qualitativo, quelli che ti fanno sognare di essere quella cosa lì».
Una vita ricca piena di soddisfazioni, che si alimenta costantemente, anche attraverso nuovi progetti.
«Assolutamente. Per ora sono impegnato nelle riprese di Màkari e poi, ai primi di dicembre, inizierò le prove a Napoli di “Prigioni”, il nuovo spettacolo diretto da Vincenzo Pirrotta, per debuttare a gennaio al San Ferdinando. Più avanti avrò la ripresa de “L’Arte della Commedia” per la regia di Fausto Russo Alesi, che tornerà per il terzo anno sulle scene. E’ chiaro che vorrei tornare in scena a Palermo, che considero la mia città, con qualcosa che mi appartiene, come fu “Le mille bolle blu”, ma ancora non ho trovato l’idea giusta. Quando arriverà, sarà bello condiviverla con il mio pubblico».
Di tutto questo e anche di più parlerà Filippo Luna domenica pomeriggio, concludendo l’incontro con un piccolo dono a chi sarà presente.
«Mi piacerà lasciare le persone leggendo un testo di Buttitta al quale sono molto legato. Lo faccio sempre quando incontro il mio pubblico condividendo con loro un pezzetto del mio mondo».
Per info e prenotazioni, chiamare il cell. 388.3255022. Quota di partecipazione € 5,00, tessera associativa € 5,00. In omaggio, per chi vorrà trascorrere questa prossima domenica in compagnia di Filippo Luna, ci sarà un bicchiere di vino.