Cinema, è morta Virna Lisi

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Virna lisiE’ morta oggi Virna Lisi. L’attrice dalla bellezza splendente, aveva 78 anni. Premiata a Cannes, due Davide di Donatello alla carriera, è stata interprete intensa al cinema e in tv.

Pur avendo iniziato la carriera giovanissima con tipici ruoli sentimentali era passata a dar vita a stereotipi femminili come la ‘ragazza per bene’, pronta a ogni compromesso per raggiungere il successo, o ancora la bella di turno in film storico-avventurosi. BIonda e raffinata aveva saputo costruire con la maturità una fisionomia di attrice dalle ricche sfumature e capace di mettersi in gioco in ruoli di donna altera e dal carattere forte. Ha così vinto per le sue interpretazioni come migliore attrice il David di Donatello nel 1980 per La cicala di Alberto Lattuada e la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1994 per La regina Margot di Patrice Chéreau; nel 1996 le è stato inoltre conferito uno speciale David per il prestigio della sua carriera.

Dalla dirompente personalità tipica delle maggiorate che dominavano negli anni Cinquanta il cinema italiano, Virna Lisi esordì nel 1953 interpretando un film d’ambiente napoletano … E Napoli canta! di Armando Grottini. Il grande pubblico imparò a conoscerla quando prese parte, assieme a Marisa Allasio, a Le diciottenni (1955) di Mario Mattoli e soprattutto quando, nel 1957, interpretò un fortunato Carosello televisivo diretto da Luciano Emmer e finalizzato a pubblicizzare uno sciroppo. L’attrice lavorò molto anche all’estero, sfruttando il proprio fascino internazionale: comparve in un film di grande successo come La tulipe noire (1964; Il tulipano nero) di Christian-Jacque, al fianco di Alain Delon. Il grande pubblico italiano, che era abituato a vederla soprattutto in film avventurosi e mitologici, come Romolo e Remo (1961) di Sergio Corbucci, continuò a conoscerla grazie alla pubblicità (questa volta di un dentifricio, che valorizzava il suo sorriso) e rimase sorpreso dalla sua trasformazione in attrice sexy in La telefonata (episodio del film Le bambole, 1965, di Dino Risi), dove provoca uno sconvolto Nino Manfredi.

Con ruoli simili partecipò anche a Signore & signori (1966) di Pietro Germi, Le dolci signore (1967) di Luigi Zampa e Arabella (1967) di Mauro Bolognini. Puntò contemporaneamente sull’eleganza e sull’immagine di donna seducente e provocante anche la sua carriera hollywoodiana, che proseguì parallelamente e la portò a lavorare con registi quali Stanley Kramer (1969, Il segreto di Santa Vittoria) e con attori come Jack Lemmon (1965, Come uccidere vostra moglie, di Richard Quine), Frank Sinatra (1966, U-112 Assalto al Queen Mary, di Jack Donohue) e Tony Curtis (1966, Due assi nella manica, di Norman Panama).

Negli anni Settanta in Italia è stata di notevole rilievo la sua partecipazione in Al di là del bene e del male, diretto nel 1977 da Liliana Cavani: proprio con il ruolo di Elisabeth Nietzsche ha impresso alla sua carriera una svolta verso ruoli più sfaccettati, raffinatamente calibrati mediante una recitazione più consapevole e matura. Dagli anni Ottanta ha riacquistato grande popolarità televisiva, non tanto per la sua partecipazione al kolossal Cristoforo Colombo (1985) di Lattuada, quanto grazie al fortunatissimo sceneggiato E non se ne vogliono andare! (1989) diretto da Giorgio Capitani, alla soap opera Passioni e ad altre serie e film televisivi.[divider]RaiNews

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Author: Redazione

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