Auto-terapia del bilanciamento

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Il nostro secolo può essere definito come “il tempo del bilanciamento“. Questo tema qualche anno fa (nel 2018) mi ha spinto a tessere un piano di intervento che potesse appunto portare l’individuo o la coppia a determinare o ristabilire l’equilibrio. Con la mia teoria ho provato a fornire una spiegazione e una soluzione, al tempo stesso, alle varie questioni che debbo affrontare. Dal mio punto di vista, infatti, nessuna dimensione è separabile dalle altre e tutte esigono armonia e proporzione. Qualunque problematica si voglia sottoporre alla valutazione psicodiagnostica di un esperto, dunque, non è separata dagli altri aspetti dell’esperienza e dalle relazioni interpersonali.

Si può dire che tutte le patologie, i disagi, i disturbi psicologici e organici sono causa ed effetto di un disturbo da costrizione organizzativa. Ciò significa che si vivono forti stressors nel proprio ambiente di riferimento, non si riesce a far rispettare ed emergere la propria personalità e i propri bisogni e che il sistema micro e macro è, in un certo senso, patogeno. In qualunque ordinamento (famiglia, lavoro, Stato, Nazione) se qualcosa o qualcuno non va e non sta bene in una parte di esso non è una responsabilità del singolo individuo e  non è riferibile a una sola ala ma è evidente che anche tutto il resto dell’organizzazione ha delle pecche.

Quando c’è un mal funzionamento vuol dire che non c’è bilanciamento. Sono fermamente convinta di questo e pertanto il mio compito non è curare un arto spezzato ma fare comprendere al paziente che deve mettersi in mano un dinamometro e cominciare a dare quanto riceve.

Non si può e non si deve costringere la gente a ricambiare ma si può scegliere a chi smettere di dare (Saggezza Orientale).

Il vero terapeuta di se stesso è il paziente, noi psicologi siamo prevalentemente dei facilitatori e mobilitatori che dovrebbero motivare alla continua compensazione.

Declinando il concetto nel campo dell’amore equivale – come ho spiegato nell’articolo “Il vangelo secondo Laura” in https://www.sicilmedtv.it/il-vangelo-secondo-laura-salmo-sullamore/ – a far sì che il peso della bilancia non cada mai troppo in una delle aree che ho rappresentato nella figura: amore, odio, libertà, potere.

Si parla, inoltre, di contrappeso e, quindi, qual è il dispositivo naturale che può equilibrare le azioni e le reazioni? Il filtro cognitivo che non ha a che vedere con la dissonanza dato che lo scopo è quello di evitare qualunque effetto disarmonico e discordante di insoddisfazione, aspettativa, divergenza, contrasto che provoca, poi, il progressivo allontanamento reciproco. Sia che si dà/riceve troppo sia che si dà/riceve troppo poco il processo di ghosting è già iniziato, è solo questione di tempo perché il tanto agognato amore evapori, svanisca, non esista più. Qualora si restasse insieme non sarebbe meno doloroso perché si tratterebbe di un vincolo denso di frustrazione e sofferenza.

Farò un esempio pratico così da tentare di spiegarmi meglio: se si inviano troppi messaggi al partner può capitare che non gli si dia la possibilità di pensare di comporne uno. Questo causa una significativa frustrazione nell’altro che comincia ad avvertire una sorta di disagio perché si sente in difetto, sente di non dare abbastanza, gli sorge il dubbio -consapevole o meno- di non ricambiare adeguatamente l’altro. Nell’assenza nascono i pensieri, dice Bion ma in questo modo non ha neanche la possibilità di sentire la mancanza dell’altro. Non ha il tempo di partorire il desiderio che già gli arriva un’altra profferta di amore e di attenzioni. Dall’altro lato, abbiamo un individuo che vive uno scompenso che ingenera problematiche inerenti all’autostima. Chi elargisce troppo nasconde un io fragile e insicuro, un bisogno eccessivo di attenzioni e conferme e tanto malocchiffari o poco da fare. Chi è troppo presente finisce con il soffocare l’amore e fare emergere delle perplessità e della tossicità.

Sapere aspettare, farsi desiderare, far sentire all’altro la mancanza di sé, mantenere le distanze del porcospino, rispettare gli spazi e i silenzi, lasciare al partner la prossima mossa, dedicarsi alle proprie attività (o crearsene di nuove), sono gli accorgimenti necessari per tenere la nave a galla e costruire un rapporto sano e duraturo.

Laura Valenti
Author: Laura Valenti

Laura Valenti è Psicologa clinica, Scrittrice, Aforista, Artista e Ghost writer e/o correttrice bozze. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche tra cui “Diritti negati” e “La Repubblica”. Cura la rubrica “Liberi Nobili” nel quotidiano online “IlSicilia.it”. Con l’Armando Editore (2007) ha pubblicato il volumetto Per un mondo a misura di adulto e bambino, cui è seguito Come me ( 2008). Entrambi sono patrocinati dall’UNICEF. Nello stesso anno è uscito il romanzo psicologico Ziza (ed. in proprio). Questi ultimi volumi sono i primi di una collana dal titolo Questo non si dice e quello non si fa. Dal 1997 si occupa di Ghost Writing trascrivendo convegni e redigendo per altri articoli, relazioni, discorsi, biografie, libri di medicina, architettura, etc.. È esperta di tecniche di rilassamento mentale (WILDE SYSTEM) e potenziamento cognitivo-affettivo-relazionale con l’ausilio di test psicometrici. Ogni tanto si diletta a creare abiti, scarpe e oggetti/mobili di arredo per la casa e l'ufficio.

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