Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale, ritorno in Sicilia col debutto de “Il Casellante”

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Lo scrittore: «A Giuseppe il mio messaggio teatrale: fare sognare il pubblico e usare il palco come uno spazio aperto, dove il racconto trova la sua sede naturale»

PALERMO – Un tradimento che giura amore eterno. Perché il transfer che avviene dal racconto alla sceneggiatura teatrale, dalle pagine di un libro al palcoscenico, mutua l’opera ma non la snatura; altera le forme ma senza annacquare i contenuti. Si colora con la voce e i volti degli attori, ma preservando rigorosamente la narrazione e custodendone i sospiri poetici. È questo il dinamismo professionale che contraddistingue il regista Giuseppe Dipasquale, allievo di quel Camilleri che racconta l’altra Sicilia, «quella lunga quasi un secolo, che ha finalmente elaborato il lutto e ha finito di fare geremiadi pur senza sottacerne le incognite», come sottolinea lo stesso regista. Un incessante esercizio di stile per far schizzare l’inchiostro nella partitura scenica e disegnare l’espressione corporea dei personaggi che nascono dal genio creativo del Maestro. Un rapporto simbiotico, quello tra i due, che vive di ricordi avvolti da quella dolce vita d’Accademia che trascinava i cantastorie della contemporaneità verso la rivoluzione delle visioni.

Tutto questo (e molto altro) è l’anima de “Il Casellante”, che dal 7 al 12 marzo andrà in scena al Biondo di Palermo. Dopo un tour che ha toccato diverse città italiane, lo spettacolo approda finalmente in Sicilia, terra di contraddizioni che passa dal tubo catodico attraverso Montalbano e si riversa nel presente vivendo le passioni dei teatranti e del Teatro. Quello con la maiuscola, quello vivo, fatto per le persone e con le persone. «Portare Camilleri a teatro è come traghettare un’emozione tra prosa e poesia – spiega il regista siciliano Dipasquale – e questo è stato possibile anche grazie alla musica, che accompagna un linguaggio personale, originale com’è quello di Camilleri; e che ritma una divertita sinfonia di parlate fatta di neologismi, di sintassi travestita. Il Casellante è rimasto integro, ha una stabilità narrativa che è stata calata di peso nella solidità drammaturgica, questo anche perché ha la forza mitologica che l’autore ha voluto dare alla storia». Un amore artistico, quello tra Camilleri e Dipasquale, che ha segnato un passaggio di consegne: l’arte di Camilleri a teatro, con quella forza che dalle parole arriva all’azione, coinvolgendo il pubblico attraverso il sentimento.

«Mentre scrivevo Il Casellante – spiega Andrea Camilleri – mi sono abbandonato a una sorta di tentativo di poesia in prosa: anche la scrittura è diversa, pur mantenendo il suo rigoroso vigatese. È più fantasiosa, più libera, più ariosa, vira e volteggia intorno alla fabula. Se il regista avesse ipotizzato una scenografica chiusa, blindando lo spazio scenico, avrebbe commesso un errore. Invece ha usato il palcoscenico come spazio aperto, come spazio della fantasia assoluta, dove il racconto ha trovato con semplicità la sua sede naturale, utilizzando pochissimi mezzi scenici e affidando tutto il resto al canto e parola. Giuseppe ha fatto quello a cui narrativamente tendevo: una melopea teatrale, o meglio, un cunto siciliano, in cui la musica ha una valenza drammaturgica preminente che centra lo spirito motore col quale ho scritto questo lavoro. Ma questo per me è il teatro – continua lo scrittore, maestro del corso di Regia all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico” nel 1985, quando avvenne il primo incontro tra i due –  la libertà di distaccarsi dal testo pur fornendo la stessa chiave di lettura e rimanendo a fuoco sul tema, con l’obiettivo di lasciare immaginare il pubblico, trascinarlo verso la scoperta di se stesso ma attraverso un’altra dimensione». Quella profonda del teatro, dove l’azione è affidata alla parola. E viceversa.

Dal 7 al 12 marzo | Teatro Biondo | Palermo
IL CASELLANTE
di Andrea Camilleri e Giuseppe Dipasquale

dal romanzo di Andrea Camilleri (Sellerio Editore, Palermo)

regia Giuseppe Dipasquale

 con Moni Ovadia, Valeria Contadino, Mario Incudine

e con Sergio Seminara, Giampaolo Romania

 musiche dal vivo con Antonio Vasta, Antonio Putzu

musiche originali di Mario Incudine con la collaborazione di Antonio Vasta

scene Giuseppe Dipasquale

costumi Elisa Savi

luci Gianni Grasso

la canzone La crapa avi li corna è di Antonio Vasta

 produzione

Promo Music – Corvino Produzioni

Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano

Comune di Caltanissetta

Il casellante è, tra i racconti di Camilleri del cosiddetto “ciclo mitologico”, uno dei più divertenti e, allo stesso tempo, struggenti. Ambientato in Sicilia, terra di contraddizioni, narra la vicenda di una metamorfosi. Ma questa Sicilia è la Vigàta di Camilleri, che diventa ogni volta metafora di un modo di essere e ragionare le cose. Dopo il successo ottenuto con le trasposizioni per il teatro de Il birraio di Preston e La concessione del telefono, lo scrittore siciliano e il regista Dipasquale tornano nuovamente insieme per proporre al pubblico una nuova avventura, una vicenda affogata nel mondo di Camilleri, che vive di personaggi reali ma trasfigurati dalla sua grande fantasia di narratore. Una vicenda sospesa tra mito e storia, che disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica eppure paradossale.

Il casellante racconta di Minica – in attesa di un figlio – e di suo marito Nino, della loro modesta vita nella solitaria casetta gialla accanto a un pozzo e a un ulivo saraceno, durante gli ultimi anni del fascismo. Nino, che nel tempo libero si diletta a suonare il mandolino, fa il casellante lungo la linea ferroviaria che collega i paesi della costa. La zona, alla vigilia dello sbarco alleato, si va animando di un via vai di militari e fascisti che, quasi presagendo la fine imminente, si fanno più sfrontati. Una notte, mentre Nino è in carcere, colpevole di avere ridotto le canzoni fasciste a marce e mazurche con chitarra e mandolino, un evento sconvolgente travolge la vita di Minica.

Calendario delle rappresentazioni:

martedì 7 marzo 2017, ore 21.00

mercoledì 8 marzo 2017, ore 17.30

giovedì 9 marzo 2017, ore 17.30

venerdì 10 marzo 2017, ore 21.00

sabato 11 marzo 2017, ore 21.00

domenica 12 marzo 2017, ore 17.30

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