Mediterranea: Gregorio Porcaro (Libera Sicilia), il problema sono le mafie, non i migranti

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L’appoggio al progetto sostenuto anche da Emmaus Italia

«Non si può avere paura di chi fugge dalla paura, non si può essere indifferenti a chi scappa dalla sofferenza. Abbiamo, invece, il dovere di soccorrere e accogliere, consapevoli dell’arricchimento che ne riceveremo. Ricordiamo che il vero problema non sono i migranti ma le mafie e la corruzione. La diversità (nessuno di noi è uguale all’altro) non può diventare mai e in nessun caso avversità».

Lo afferma Gregorio Porcaro, coordinatore regionale di Libera Sicilia, ribadendo l’appoggio a Emmaus Italia – movimento fondato 70 anni fa dall’Abbé Pierre – e al progetto “Mediterranea” presentato negli spazi del Mercato Solidale dell’Usato di Palermo, nel Padiglione 3 della Fiera del Mediterraneo. A fare gli onori di casa il presidente di Emmaus Palermo, Nicola Teresi.

Una campagna autorganizzata dal basso, quotidianamente e con grande impegno, dai volontari che stanno occupandosi dell’allestimento del battello Mare Jonio, in procinto di partire – a breve – per fornire aiuto a chi è costretto a migrare attraversando il Mare Nostrum.

«Un’identità di vedute, quella che ci unisce, sulla necessità ormai ineludibile di mettersi in gioco al fine di salvare le tante, troppe vite umane che quotidianamente rischiano di essere inghiottite da un Mediterraneo che, da luogo storicamente votato allo scambio e alla reciproca collaborazione tra le genti e le culture, ha finito per trasformarsi oggi in anonima fossa comune – affermano Franco Monnicchi e Alessandra Sciurba, rispettivamente presidente di Emmaus Italia  e attivista di Mediterranea -, oltre che di vera e propria tomba di diritti acquisiti che per millenni sono stati rispettati da chiunque si trovasse a solcarne le onde. I motivi di fondo di questo impegno, civile e morale oltreché umano, risiedono nella constatazione che attualmente, come forse mai prima d’ora, si sta assistendo a un capovolgimento drammatico delle priorità più elementari che dovrebbero essere condivise da tutti».

E comunque, il rispetto del diritto del mare, in primo luogo, impone il salvataggio delle vite umane in ogni caso, anche se sembra essersi smarrito in un ignobile scaricabarile tra Stati e governi che sempre più spesso ignorano sacrosanti principi umani tanto elementari quanto fondamentali.

«Contro questa narrazione allarmista e miope, che tende a una chiusura verso ‘l’altro’ e a un incattivimento sociale sempre più evidente – aggiunge la Sciurba –  il progetto di Mediterranea tenta di porre un argine e di percorrere un’altra strada, partendo da atti concreti e allo stesso tempo portatori di speranza: salvare la vita di chi rischia di perderla in mare, per salvare, in fondo, l’umanità di ognuno di noi. Un progetto ampio cui tutti possono prendere parte divenendone promotori attivi».

Sono molti, finora, coloro i quali hanno creduto in questa impresa, che a Palermo ha trovato “casa” e base operativa. A testimonianza di questa attenzione nei confronti del progetto di Mediterranea, nel corso della presentazione hanno preso la parola anche Claudio Arestivo di “Moltivolti” –  ristorante e co-working palermitano, tra i fondatori del progetto – e Nino Lo Bello, “Fa’ la cosa giusta”, che hanno condiviso punti di vista e prospettive utili e interessanti, spunti che attendono solo di trovare quanti abbiano la volontà di mettersi in gioco, di “prendere posizione”, in un momento storico in cui non è più pensabile restare alla finestra a guardare quel che accade intorno a noi.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – impossibilitato da impegni istituzionali precedentemente fissati che gli hanno impedito di essere presente alla conferenza stampa – ha comunque espresso al presidente di Emmaus Italia apprezzamento per l’iniziativa promossa insieme a Mediterranea, sottolineandone l’importanza.

I prossimi passi della collaborazione saranno quelli della raccolta di abiti e calzature da parte delle comunità Emmaus italiane, da donare periodicamente alla Mare Jonio per i soccorsi in mare, e l’inizio di una raccolta fondi, in Italia e in Europa, che fino alla metà di giugno punta a raggiungere la cifra di 25mila euro utili a finanziare le molte spese che il progetto prevede. Per ogni informazione sul progetto e sulle modalità con cui è possibile contribuire al suo sviluppo, si possono visitare i siti: www.emmaus.it  e www.mediterranearescue.org.

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